Mi sembra simile a un dio quell'uomo che siede davanti a te, e da vicino ti ascolta, mentre tu parli con dolcezza e con incanto sorridi. E questo fa sobbalzare il mio cuore nel petto. Se appena ti vedo, subito non posso piu` parlare: la lingua mi si spezza: un fuoco leggero mi corre sotto la pelle: nulla vedo con gli occhi e le orecchie mi rombano: un sudore freddo mi pervade: un tremore tutta mi scuote: sono piu` verde dell'erba e poco lontana mi sento dall'esser morta.
Tramontata e' la luna e le Pleiadi a mezzo della notte; anche giovinezza gia' dilegua, ed ora nel mio letto resto sola. Scuote l'anima mia Eros, come vento sul monte che irrompe entro le querce; e scioglie le membra, e le agita, dolce amara indomabile belva. Ma a me non ape, non miele, e soffro e desidero. Trad. S. Quasimodo
Vorrei veramente essere morta. Essa lasciandomi piangendo forte, mi disse: "Quanto ci e` dato soffrire, o Saffo: contro ogni mia voglia io devo abbandonarti". "Allontanati felice" risposi "Ma ricorda che fui di te sempre amorosa. Ma se tu dimenticherai (e tu dimentichi) io voglio ricordare i nostri celesti patimenti: le molte ghirlande di viole e rose che a me vicina, sul grembo intrecciasti col timo; i vezzi di leggiadre corolle che mi chiudesti intorno al delicato collo; l'olio da re, forte di fiori, che la tua mano lisciava sulla lucida pelle; e i molli letti dove alle tenere fanciulle joniche nasceva l'amore della tua bellezza. Non un canto di coro, ne' sacro, ne' inno nuziale si levava senza le nostre voci; e non il bosco dove a primavera il suono..." Trad. S. Quasimodo
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